Proprio oggi ho finito di leggere Malamore , scritto da Concita De Gregorio, giornalista per quasi 20 anni de La Repubblica e dal 2008 direttrice de L'Unità.
Avevo già letto e amato il suo precedente libro Una madre lo sa, tanto da regalarlo a molte mie amiche mamme nella speranza che anche loro uscissero rinforzate e rassicurate dalla lettura. Non che fosse un testo scanzonato sulla maternità, anzi!, ma a me leggere di esperienze di mamme tanto diverse che in un modo o nell'altro ce l'avevano fatta, aveva comunque dato serenità e forza.
Quindi scoprendo che Mondadori aveva riproposto Malamore nella collana tascabile degli Oscar, mi sono affrettata ad acquistarlo e l'ho finito in due sere..e solo perchè sotto il piumone e dopo giornata intensa reggo poco, se l'avessi letto il pomeriggio a mente ancora vigile, mi sarebbero bastate probabilmente meno di 2 ore.
Un libro necessario, una scrittura lucida e piena di comprensione e affetto per il mondo femminile.
Un libro che prende spunto da episodi (purtroppo veri) di violenza sulle donne ma non diventa mai un catalogo di efferatezze che appaghi la morbosità degli appassionati di cronaca nera.
Un libro che traduce in un linguaggio accessibile anche ai profani alcuni studi (non le classiche ricerche da rotocalco, però!) sui meccanismi psicologici che portano alcuni a diventare carnefici e altre vittime e a trascinare questi ruoli nel tempo, nonostante tutta la sofferenza che ne deriva.
Un libro che non è un manuale per le mamme, ma che cerca di dare un suggerimento, che condivido appieno, su come le mamme possano educare i figli in modo che tra 30 anni non ci sia bisogno di una legge che punisca duramente la violenza di genere.
Sembra utopistico, ma non lo sarebbe se noi mamme ci impegnassimo veramente e costantemente con le parole, i gesti, il nostro esempio a educare i nostri figli per non perpetuare quella diversa visione dei generi che, per fortuna non sempre, lì potrà portare tra 20 anni all'incapacità di accettare e apprezzare il fatto le loro compagne valgono (almeno!) quanto loro.
"Si potrebbe cominciare dal non essere particolarmente fiere di aver partorito un figlio maschio. Non comunicare né con le parole né coi gesti che per la madre si tratta di un privilegio: addirittura non pensarlo. Considerare il fatto che si rifacciano il letto e raccolgano da terra i calzini non un gesto di generosità ma una semplice decenza. Che tirino l'acqua del wc dopo essere stati in bagno un obbligo; mostrare raccapriccio, fin da quando sono bambini per l'abitudine contraria a meno di non vivere in luoghi desertici e non raggiunti da acquedotto. Non lasciarli dormire fino a mezzogiorno o alle due perché hanno fatto tardi, ieri sera, in fondo sono ragazzi. Se hanno fatto tardi, che dormano meno. Non essere fieri con gli amici della quantità delle loro conquiste sentimentali e dell' eventuale turnover ... Non chiedergli cosa vogliono per pranzo, eventualmente chiedergli di preparare il pranzo....
Se va a stare da solo, ma tanto capita di rado, ... non offrirsi di lavare e stirare la sua biancheria portata a sacchi due volte a settimana, meno che mai andarla a raccogliere a domicilio.
... Non andarlo a prendere perché non gli va di venire in autobus. ... Non nascondere al marito le malefatte del figlio, non fare la parte di quella che tutto comprende e tutto risolve, quella che "non lo diciamo a papà", ma nemmeno lasciare che il marito - o il compagno, o il fidanzato, o chiunque sia - sia quello che gioca alla playstation e vede la partita in tv col figlio maschio che così si divertono e sono proprio simpatici quei due...».
Questa sera sono scesa dal tram che mi portava a casa e sul quale avevo letto le ultime 5 pagine e mi sono infilata in un bar, chè il freddo polare che c'è a Milano mi aveva fatto venir voglia di un cappuccio bollente. Nel locale le due bariste scherzavano con un anziano cliente di rapporti uomo e donna. Ma lo scherzo è durato poco e la più giovane delle due, una ventenne dell'Ecuador, poco dopo ha comicniato a raccontarmi, in un inaspettato slancio di confidenza, con me che ero solo cliente di passaggio, di come suo padre picchiasse selvaggiamente sua madre davanti a lei e ai suoi fratellini. Mi ha detto di come fosse diventata per lei una cosa quasi normale!
Ma continuava a sottolineare come la violenza sulle donne fosse tipica dei paesi poveri come il suo....e io ero fresca di lettura di un'analisi spietata di come la violenza sulle donne sia diffusa in Italia e in tutte le classi sociali. Ho pensato subito al libro che avevo in borsa, le ho chiesto se le piacesse leggere e se non avesse problemi a farlo anche in una lingua non sua. Ha risposto sì alla prima domanda e no alla seconda.Così io ho prontamente estratto il libro e gliel'ho regalato. Mi ha guardato incredula e ringraziata ripetutamente.
Mai come in questo caso ho apprezzato l'idea di far circolare i libri che sta alla base del Bookcrossing . Avevo liberato numerosi libri prima, ma ammetto di averlo spesso sfruttato come sistema per sbarazzarmi di doppioni o di romanzi che non mi erano particolarmente piaciuti. Questa volta invece servirà per per far girare un libro che sarebbe utile far leggere nelle scuole per provare a realizzare il sogno di Concita (e il mio).
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